
Situato sull’isola di Giava Orientale, in Indonesia, il cratere Ijen (Kawah Ijen) è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi del pianeta. Questo vulcano attivo, alto 2.799 metri, è noto in tutto il mondo per il raro fenomeno del fuoco blu, che attira ogni anno migliaia di turisti, fotografi e scienziati. Ma il cratere Ijen è molto più di una meraviglia visiva: è un ecosistema estremo, un sito geologico attivo e il cuore di una comunità che da secoli lavora nell’estrazione dello zolfo.
Il cratere Ijen si trova nel complesso vulcanico Ijen, nella regione Banyuwangi della provincia di Giava Orientale. La zona è accessibile da città come Banyuwangi e Bondowoso, facilmente raggiungibili da Surabaya, una delle principali città dell’Indonesia.
📍 Coordinate: 8°3′ S, 114°14′ E
Il cosiddetto “fuoco blu” osservabile nel cratere Ijen durante la notte è uno degli spettacoli più affascinanti e rari che la natura possa offrire. Non si tratta propriamente di lava blu – come molti pensano erroneamente – bensì di fiamme generate dalla combustione di gas solforici, emessi dalle fessure attive del vulcano.
Il cratere Ijen è un ambiente vulcanico ricco di zolfo. In profondità, l’attività magmatica riscalda le rocce e provoca la fuoriuscita di gas solforici (in particolare anidride solforosa, SO₂, e idrogeno solforato, H₂S) ad altissima pressione e temperatura. Quando queste emissioni raggiungono l’aria atmosferica, si possono verificare due processi distinti:
Combustione del gas: a temperature superiori a circa 360 °C, i gas entrano in contatto con l’ossigeno dell’aria e si accendono spontaneamente, generando fiamme di colore blu acceso.
Condensazione del vapore di zolfo: parte del gas si raffredda rapidamente e si condensa in forma liquida o solida, dando origine a flussi di zolfo fuso incandescenti, anch’essi di colore tendente al blu, specialmente se illuminati dalle fiamme.
Il colore delle fiamme dipende dalla composizione chimica del combustibile e dalla temperatura di combustione. Lo zolfo e i suoi derivati, quando bruciano, emettono luce nello spettro blu-violetto, a causa della particolare configurazione elettronica dei loro atomi. Questo fenomeno, chiamato emissione di banda, è simile a quello osservabile nei fuochi d’artificio chimici, ma avviene in modo naturale.
Il lago presente all’interno del cratere Ijen è una delle caratteristiche più estreme e affascinanti del complesso vulcanico. Oltre al celebre fuoco blu, è proprio questo bacino d’acqua acida di colore turchese lattiginoso a definire l’identità geochimica del sito. Con un diametro di circa 1 km e una profondità che può superare i 200 metri, è considerato il più grande lago acido al mondo, contenente milioni di metri cubi di acido solforico altamente concentrato.
L’acqua del lago è una soluzione di acido solforico (H₂SO₄) e acido cloridrico (HCl), derivati dalla dissoluzione dei gas vulcanici che fuoriescono dal fondo del cratere. La combinazione di questi acidi con l’acqua piovana e di condensazione forma un liquido estremamente corrosivo.
pH tipico: tra 0.5 e 1, valori paragonabili all’acido di una batteria.
La temperatura dell’acqua può variare da 30 °C a oltre 60 °C, in base all’attività geotermica del momento.
Il lago si è formato a seguito del collasso del cratere principale in seguito a un’attività eruttiva antica. Il bacino si è progressivamente riempito d’acqua meteorica, che si è miscelata con i gas vulcanici sprigionati dalle fumarole e dalle fratture nel fondo del cratere. Questo processo ha dato vita a un lago craterico di origine vulcanica altamente acida.
Nonostante la sua acidità, il lago del cratere Ijen è oggetto di ricerca scientifica avanzata, specialmente per lo studio di:
Estremofili: microrganismi in grado di sopravvivere in condizioni estreme di acidità e temperatura.
Clima planetario: analoghi a condizioni che potrebbero esistere su altri pianeti, come Venere o Europa (luna di Giove).
Geochimica vulcanica: il lago permette di monitorare in tempo reale l’attività magmatica attraverso l’analisi chimica delle sue acque.
Il lago del cratere Ijen non è solo affascinante, ma anche pericolosissimo:
Il contatto diretto può provocare ustioni chimiche gravi.
I vapori solforici inalati senza protezione possono causare danni respiratori irreversibili.
Le emissioni improvvise di gas tossici, dette “outgassing events”, possono creare situazioni di emergenza anche per brevi esposizioni.
Per questi motivi, l’accesso diretto al bordo del lago è fortemente sconsigliato senza equipaggiamento professionale e senza la guida di esperti locali.
Il cratere Ijen è anche teatro di una delle attività minerarie più dure al mondo. I minatori del solfo, noti come penambang belerang, trasportano blocchi di zolfo purissimo dalle rive del lago fino a valle, percorrendo sentieri ripidi con carichi che superano i 70 kg. Un lavoro estenuante, spesso svolto senza adeguate protezioni.
Il periodo migliore è durante la stagione secca, da aprile a ottobre. Le escursioni iniziano generalmente intorno alle 2 del mattino, per raggiungere il cratere prima dell’alba e vedere il fuoco blu.
Maschera antigas (fondamentale)
Torcia frontale
Scarpe da trekking
Vestiti a strati
Sono disponibili escursioni con guide esperte da Banyuwangi o Bali. È altamente consigliato affidarsi a tour certificati per garantire sicurezza e rispetto ambientale.
Esempio di tour sostenibile: Ijen Blue Fire Tour
Negli ultimi anni, il cratere Ijen è diventato oggetto di studio per progetti di conservazione ambientale e turismo sostenibile. L’afflusso crescente di turisti, se non gestito con attenzione, rischia di compromettere l’equilibrio fragile dell’ecosistema.
Il cratere Ijen rappresenta un perfetto connubio tra meraviglia naturale e realtà umana estrema. Visitare questo luogo non è solo un’avventura turistica, ma un’esperienza che lascia il segno nel cuore e nella coscienza. Un esempio straordinario di come la natura e l’uomo convivano in uno dei paesaggi più spettacolari e crudi del nostro pianeta.
Il colore blu è causato dalla combustione di gas solforici a temperature elevate. Il fuoco rosso, invece, è tipico della combustione di materiali organici a basse temperature.
Sì, può essere pericoloso se non si prendono le dovute precauzioni. L’ambiente è tossico e acido. È essenziale indossare maschere antigas e seguire guide esperte.
Assolutamente no. Il lago è composto da acido solforico altamente corrosivo, pericoloso anche al solo contatto con la pelle.
Il trekking è considerato di media difficoltà. La salita dura circa 1,5 – 2 ore. È consigliato avere una buona forma fisica.
Sì, Ijen è un vulcano attivo, anche se le eruzioni esplosive sono rare. L’attività principale riguarda l’emissione di gas e la formazione del fuoco blu.